C’era tutta la Godo del baseball, e anche molto di più, sul ‘Casadio’ prima di gara2 di Serie A fra i padroni di casa e il Nettuno 1945, per celebrare la memoria di Bill Holmberg , scomparso il 9 novembre 2020, davanti alla sua famiglia, quella in senso stretto e quella allargata, praticamente senza confini, dei diamanti di mezzo mondo, sui quali si era fatto rispettare come tecnico e amare come uomo.
Il bassorilievo che lo ritrae in divisa azzurra, a guardia del dugout di home team, si è così completato ‘fisicamente’ dei simboli che in modo altrettanto indelebile inseriscono Bill nella storia del nostro baseball: la targa di inserimento nella Hall of Fame, classe 2020, e la casacca numero 30 dell’Italia, numero che aveva scelto per sé appena iniziata l’avventura al fianco di Mike Piazza.
C’erano la moglie Gabriella e le figlie Caterina e Carolina, comprensibilmente emozionate, quanto circondate da un affetto enorme, palpabile, degli amici di sempre, ma anche di chi, magari da lontano, è stato raggiunto da quanto Bill ha fatto per questa disciplina e questa comunità.
A fare gli onori di casa il Presidente del Godo Baseball, Carlo
Naldoni: “Abbiamo iniziato due anni fa noi della società, scoprendo l'opera
a lui dedicata, per testimoniare quanto Bill sia stato importante per la nostra
realtà. Giocatore, tecnico, maestro per generazioni di giocatori di successo, a
loro volta tecnici che portano avanti oggi la nostra società. Oggi la
Federazione viene proprio da noi per la consegna dei massimi riconoscimenti
possibili.”
Il microfono è quindi andato al Presidente FIBS Andrea Marcon:
“Sarò breve – ha iniziato – perché altrimenti lui si arrabbierebbe se andassimo
a disturbare il riscaldamento dei lanciatori. Non ci sono dubbi che quella che
celebriamo qui oggi sia la memoria dell’uomo, prima dell’allenatore. Abbiamo
scelto di ritirare il numero 30, invece dell’1 che ha portato per tanto tempo
con successo, perché era il numero che aveva scelto per stare ‘vicino’ al 31 di
Mike, quando era stato chiamato al centro del progetto della Nazionale, a fine
2019.
Dall’Accademia, al metodo di insegnamento, al rapporto coi
ragazzi, l’impronta di Bill Holmberg è letteralmente dappertutto, nel baseball
italiano e non solo. Siamo davvero tutti suoi figli. A noi rimane solo da
seguire il suo esempio nell’essere sempre vicino ai ragazzi, nel supportarli.
Alla signora Gabriella e alla famiglia voglio dire ‘grazie’ per il sacrificio
di concederci tanto del tempo di Bill.”
“A nome della famiglia – ha replicato Gabriella Holmberg –
voglio io ringraziare il baseball per l’accoglienza e per dargli la possibilità
di vivere al 100% la sua passione. Non si fermava mai, sempre alla ricerca di
una nuova idea, di una nuova tecnica per fare migliorare i suoi giocatori.
I suoi ragazzi erano tutti figli per lui, cercava sempre di
essere non solo un allenatore, ma un maestro di vita. Prima non avevo ben
presente quanto fosse importante e apprezzato il suo impegno, il suo lavoro. Poi
ho capito davvero quanto fosse amato, da tutti i messaggi che ho ricevuto da
tutto il mondo. Una cosa consola: ha fatto nella sua vita veramente quello che
amava con tutto sé stesso e credo che questa sia la chiave di una vita bella,
che ha condiviso con noi e con voi. Il baseball italiano lo ha fatto veramente
sentire a casa.”
Anche la Sindaca di Russi, Valentina Palli, ha voluto essere presente: “Non lo avevo purtroppo mai conosciuto personalmente, ma appena è successo quello che è successo sono stata letteralmente travolta da una comunità intera che ha voluto farmi capire quanto Bill Holmberg fosse importante. Il baseball è davvero una comunità a sua volta che dimostra quanto sappia stringersi nei momenti di difficoltà.”
Nella foto: famiglia e amici in posa davanti al ritratto di Bill Holmberg al 'Casadio' di Godo (PhBass).
Da Godo, Marco Landi